L’ Essere donna nella sua più profonda connotazione ontologica è il filo conduttore della serie di ritratti di Stefania Ormas. Di origine pugliese al momento residente a Padova ha esposto sia in collettive che personali in Italia e all’estero.
Francesca Della Ventura (FDV): Cara Stefania, sei di origini pugliesi, ma da tempo vivi in Veneto, a Padova. Quale è stato il tuo percorso artistico e come sei arrivata a Padova? Cosa c’é delle origini pugliesi nella pittura di Stefania?
Stefania Ormas (SO): Sono nata e cresciuta in Puglia, più precisamente a Barletta la città del grande pittore italiano dell’Ottocento, Giuseppe De Nittis, che sin da piccola ho amato e apprezzato: molto spesso andavo a vedere i suoi capolavori dal vivo con i miei compagni di scuola. Volevo fare la pittrice sin da bambina e sono stata un autodidatta per molto tempo, finché non mi sono iscritta all’ Accademia di Belle Arti, al corso di pittura. A Padova ci sono arrivata per caso per cause lavorative del mio compagno, prima abbiamo vissuto a Firenze e non credo che resteremo qui ancora per molto tempo, anche se è una bellissima città piena di edifici stupendi, ma…ci manca il mare! Cosa c’è delle mie origini pugliesi in quello che dipingo? Credo i colori, le terre, i colori vivi i verdi.
FDV: Come possiamo vedere dalle opere esposte in galleria, le donne sono spesso le protagoniste dei tuoi lavori. Qual é il tuo approccio al mondo femminile? A cosa rimandi nelle tue opere?
SO: Spesso dipingo donne si, è vero. É una scelta naturale: a volte lo faccio per denuncia come per le opere “Giunone” (esposta su inWomen.Gallery) o per “El violador eres tu!”, o per la serie le figlie della fortuna; altre volte perché semplicemente vedo un soggetto che mi piace. Credo che dare voce alle donne sia un dovere per un’artista, purtroppo la strada delle pari opportunità è ancora lunga in tutti i campi e nell’arte lo é ancora di più.
FDV: Hai partecipato a diverse mostre sia in Italia che all`estero – tra cui la Casa de Cultura di Navacerrada (Madrid) , la Galeria Bernet (Barcelona) , l’aeroporto Falcone/Borsellino di Palermo , la Roccartgallery (Firenze). Qual é quella che ti ha messo di piú alla prova?
SO: Diciamo che mi piace mettermi alla prova e le esposizioni realizzate insieme al collettivo spagnolo “Generando Arte”, ad esempio , sono state formative, erano esposizioni tutte al femminile e di denuncia dello stato sociale in cui ancora ci ritroviamo e quindi si aveva la possibilità di confrontarsi con altre donne su un unico argomento e con diversi media artistici.
FDV; Oltre che come pittrice, ho avuto modo di vedere diversi mobili antichi che tu hai riportato a nuova vita. Ci racconti di più di questa attivitá?
SO: Non sono una restauratrice, un paio di mesi fa – sono un’ appassionata di cose vintage e modernariato -, ho trovato per caso una signora che vendeva dei giocattoli vintage a misura di bambino, erano abbastanza mal ridotti, ma me ne sono innamorata, così ho deciso di comprarli e rimetterli a nuovo. Mi piace mettermi in gioco a 360 gradi, se ho in mente qualcosa cerco sempre la maniera per realizzarla, che sia un mobile da restaurare o un muro da decorare o un piatto per cucinare, credo che si debba esprimere bellezza in tutto quello che si fa.
